PUNTO DI INTERESSE 4 B | CISTO

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I cisti: il cisto marino

Il genere cistus è composto da specie arbustive e fruticose tipiche della macchia mediterranea la cui fioritura è caratterizzata da fiori vistosi a simmetria raggiata con una corolla formata da cinque petali bianchi o rosati. I cisti trovano il loro ambiente ideale nei suoli costieri poveri di calcio. Il nome cisto deriverebbe dalla parola greca kystis che significherebbe piccola vescica indicando la capsula che contiene i minuti semi.

Tra le specie più diffuse sulla nostra isola c'è il Cistus monspeliensis, il cisto di Montpellier noto anche come cisto marino, una pianta perenne dal portamento cespuglioso ed eretto, alta tra i 50 e 120 cm, dal fusto robusto e legnoso nella porzione inferiore, con corteccia bruna, con i rami più giovani, erbacei e pelosi, tra il verde e grigio. Sono particolarmente caratteristiche le foglie sessili, di un verde intenso, opposte e lineari, resinose al tatto che emettono il tipico odore aromatico che riempe l'atmosfera dei pendii che ospitano i suoi cespugli. Abbondante è la fioritura che avviene in primavera: tanti fiori bianchi piccoli e delicati (fino a tre cm di diametro) ma vistosi per il colore candido, ammantano le macchie con cinque petali con al centro il nucleo giallo degli stami. Il frutto è rappresentato da una capsula sferoidale contenente i semi. Durante la stagione calda le sue foglie sembrano seccarsi e virare al colore bruno per riprendersi e tornare fresche alla prima pioggia autunnale.

Si tratta del cisto più abbondante, crescendo nelle garighe, nelle macchie basse e degradate e negli ambienti rivieraschi. E' pianta pirofita, tra le prime a colonizzare i terreni attraversati dal fuoco per la proprietà dei semi di resistere alle alte temperature. E' una specie visitata da insetti di tutti i tipi e vi abbondano le Cetonie (Cetonia aurata). Tra aprile e maggio, specialmente nei momenti più freschi e umidi della primavera alla bianca fioritura si accompagnano le tante macchie chiare della schiuma prodotta dalla neanidi della Sputacchina (Philaenus spumarrius), stratagemma che protegge i piccoli insetti dalla disidratazione e dai predatori.

(Antonello Marchese)