
Al centro della piccola catena collinare che si erge a divisione tra la valle e piana di Procchio a nord e la piana di Campo a sud, primi contrafforti del massiccio del Capanne, si erge il rilievo il modesto rilievo di Monte Castello (228 m slm). Come suggerisce già il nome, il colle fu sede di un'antica fortificazione etrusca. Si tratta di una delle numerose fortezze d'altura che controllavano il territorio isolano, presenti anche in quello continentale della vicina città di Populonia, edificate come risposta ai pericoli provenienti dal mare e a possibili minacce nemiche. In genere questi fortini erano caratterizzati da cinte murarie, spesso dall'andamento quadrilatero, realizzate sulle sommità di rilievi in genere non molto elevati, ma situati in posizioni strategiche, dominanti una viabilità fondamentale, siti di approvvigionamento di risorse, approdi, luoghi di lavorazione delle ricchezze metallifere.
Le fortificazioni controllavano otticamente spesso ampi tratti costieri e bacini marittimi, costituendo tra loro vere e proprie reti di comunicazione visiva che si rivolgevano infine verso il promontorio di Populonia. Altre fortezze elbane sarebbero quelle di Castiglione di San Martino, Castiglione di Marina di Campo, Monte Fabbrello, Monserrato, Pietra Murata, Le Mura, Volterraio, Monte Serra, Capoliveri, Monte Percoli, Cucculino e Monte Moncione. A Monte Castello una serie di campagne di scavo ha restituito materiali databili tra la fine del V secolo e la metà del III secolo a.C.; qui la cinta muraria esterna, realizzata con massi di granito, era larga due metri mentre una muraglia più interna misurava 1,20 m in larghezza.
La cortina difensiva si innalzava fino a quattro metri di altezza sul lato di sudovest. Le abitazioni erano realizzate con mura di mattoni in argilla essiccata che sostenevano una struttura lignea a supporto di una copertura con grossi coppi e tegoloni. L'edifico contava due piani con un seminterrato adibito a magazzino e un primo piano. Tra i reperti rinvenuti, oggi ospitati dai musei archeologici di Marciana e di Portoferraio, sono alcuni piattelli di genucilia e ceramiche sovradipinte di produzione etrusca, coppe dell'Atelier des Petites Estampilles, anfore puniche e greco-italiche e un frammento testa femminile in terracotta. Di particolare interesse il pavimento dell'abitazione realizzato in cocciopesto (opus signinum) che conteneva anche numerosi frammenti di scoria di ferro.
Numerosi resti di combustione documentano un incendio che avrebbe infine rappresentato la distruzione della fortezza, probabilmente intorno al 259 a.C. in concomitanza della conquista romana dell'Etruria e dell'Isola d'Elba. A testimonianza della posizione strategica sul sito sono state costruite nella 2° guerra mondiale delle postazioni militari.